QUANDO NAZIONALE FA RIMA CON CLUB
A cura di Luca Mariotti Nesurini
Che non esistano più (o quasi) bandiere è un dato di fatto. Eppure da qualche anno è iniziato un via vai anche con i passaporti, sintomo che il calcio non è più solo questione di cuore. Di seguito vogliamo ricordare alcuni casi eclatanti della nostra storia recente:
IVAN RAKITIC
Ricordo che ero ancora un ragazzino, quando un amico nel giro delle under affermava che IVAN fosse il giocatore più forte che avesse mai incontrato. Effettivamente era tanta tanta roba. Al termine dell’intera trafila in rossocrociato, sul più bello scelse la CROAZIA. Chissà come sarebbe andata se KOBI KHUN non avesse tentennato…
ZDRAVKO KUZMANOVIC
Il suo caso fece scalpore per le similitudini con RAKITIC. Giocatore meno forte, ma nei suoi anni d’oro avrebbe fatto la differenza anche in nazionale
MLADEN PETRIC
Un altro rimpianto. Benché sia sbocciato tardi, in quella nazionale un attaccante comme il faut ci serviva come il pane (novità?!). Sarà l’attaccamento alla terra d’origine, sarà il riconoscimento della squadra, le nazionali slave hanno sempre avuto maggiore appeal della SVIZZERA…
IZET E SEAD HAJROVIC
Il primo trequartista di talento, il secondo centrale campione del mondo U17. Scelsero la BOSNIA in momenti distinti: IZET quando ancora era destinato a grandi cose (che poi peraltro non fece), SEAD quando ormai non aveva più nulla da dire…
TAULANT XHAKA
Eclatante più che altro per la scelta diversa da GRANIT, in questo caso giustificata dalle poche possibilità rispetto al fratello minore. TAULANT negli anni d’oro del BASILEA avrebbe quantomeno meritato una chiamata, che però non è mai arrivata. Comprensibile quindi il suo passaggio all’ALBANIA (seguita in quel periodo da altri ottimi giocatori, su tutti AMIR ABRASHI e SHKELZEN GASHI)
KERIM FREI
Forse l’ultimo caso di spicco. FREI giocava nel FUHLAM quando arrivò la chiamata della TURCHIA. Anche qui si può forse recriminare una cattiva gestione del caso dell’ASF. Certo, faceva strano vedere un FREI giostrare là davanti, fra le maglie turche… tant’è che poi si perse per strada, ancor prima di diventare grande…
DI MATTEO e CHIUMIENTO
Due che hanno sempre avuto una sola cosa in testa: ITALIA. Per il primo chapeau: disse di no anche alle giovanili rossocrociate, per poi raggiungere una delle nazionali più forti della storia (non so voi, ma personalmente mi fece specie vederlo ricevere il premio come miglior allenatore svizzero nel 2012). Per CHIUMIENTO, il “nuovo DEL PIERO”, invece l’ITALIA rimase solo un sogno, decidendo infine di ripiegare sulla SVIZZERA per mancanza di alternative.
INLER JAKUPOVIC SEFEROVIC KOHN
Se i due bosniaci fecero solo una capatina nella terra d’origine con la U21, KOHN ha optato per la SVIZZERA praticamente solo a ridosso della maggiore età calcistica. Il caso INLER fece invece più rumore. Non solo per la carriera che ne seguì e per la fascia al braccio della NATI, quanto piuttosto per essersi letteralmente offerto alla federazione turca, ricevendo di fatto un no secco.
Difficile fare l’unanimità quando si toccano certi temi. Queste scelte di cuore, di testa o di tasca vanno rispettate. Andrebbe quantomeno trovato un modo per compensare i costi di formazione, che possono realmente incidere sul successo di alcuni calciatori
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