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STORIE E MEMORIE DEL CALCIO SVIZZERO

QUANDO IL KOSOVO BUSSÒ ALLA PORTA

A cura di Luca Mariotti Nesurini

Sono passati tanti campioni di origine albanese in nazionale, contribuendo chi più e chi meno ha reder grande il nostro movimento calcistico. Il futuro poi pare rivelarci altre gradite sorprese, con i vari JASHARI, AVDULLAHU e HAJDARI (sempre che si dia una svegliata) a smuovere gli equilibri di mercato.

Oggi però vi parliamo di quando ebbe inizio questo felice matrimonio. Sì perché prima ancora di XHAKA, KASAMI, MEHMEDI, DZEMAILI, BUNJAKU, prima ancora del leggendario goal di BEHRAMI del 12 novembre 2006 contro la TURCHIA (ma questa è un’altra storia…) è passato un tale MILAIM RAMA, ma il suo innesto con la NATI non fu certo roba da poco.

Erano anni di cambiamento e sterilità realizzativa (strano): con il vecchio che stentava (CHAPUISAT aveva ormai esaurito le cartucce) e il nuovo che non sbocciava (STRELLER sempre ai box e FREI di animo bollente) eravamo ai ferri corti. Mettiamoci poi la diatriba tra NKUFO e KOBI KHUN, non si vedevano soluzioni là davanti.

Siamo nel 2003 e a far diventare grande un THUN delle meraviglie c’era un certo RAMA. Lo si voleva in nazionale, ma il passaporto proprio non arrivava. I tempi però stringevano: pressioni di qui, pressioni di là, fatto sta che miracolo superiore o giochetto burocratico, in tempi lampo MILAIM ottiene il passaporto e diventa a tutti gli effetti giocatore della NATI. La SVIZZERA si qualifica a EURO04, gioca un modesto torneo e RAMA decide di accettare le lusinghe dell’AUGSBURG.

Il passaggio in GERMANIA segnò però il crocevia della sua carriera. Con la velocità con cui è esplose, tanto finì nel dimenticatoio. Così, dopo l’esperienza fallimentare nella terra di CARLO MAGNO, perse smalto, nonché il pass per la nazionale e per il grande calcio. Fece infatti un mesto rientro a casa, in un THUN ormai in declino.

Alla fine tra il 2003 e il 2004 non diede certo il contributo che tutti si aspettavano e poté assistere solo dalla TV alle imprese del suo magico THUN nella CHAMPIONS del 2006. Ciò che però più conta è l’eredità che RAMA ha preparato per i compaesani che lo hanno seguito, lasciando nella storia del nostro calcio una memoria indelebile di integrazione